La matematica non gode in genere di una buona immagine. Non è raro ascoltare persone anche in possesso di una buona cultura e, comunque, che svolgono importanti funzioni sociali, dichiararsi non solo ignoranti in matematica, ma facendo di questa ignoranza addirittura un vezzo. I motivi di questo atteggiamento, che non fa certamente parte del retaggio della cultura occidentale (basti pensare all'importanza che la conoscenza scientifica e matematica in particolare aveva nella civiltà della Grecia antica), sono molteplici. Sicuramente un'influenza non secondaria ha avuto l'atteggiamento dei matematici di fronte al neoidealismo di Benedetto Croce e Giovanni Gentile che ritenevano che la scienza fosse "oggetto di pensiero, ma non pensiero". In particolare, con sprezzante ironia, Benedetto Croce si riferiva alle ricerche sui fondamenti della matematica, assai vivaci nella seconda decade del '900, con il termine di "logistica". Non vogliamo però insistere su questo punto assai noto e dibattuto non solo fra gli addetti ai lavori; desideriamo invece fissare l'attenzione sul fatto che i matematici e gli insegnanti di matematica non  sembrano essere ancora riusciti a diffondere, nella società, un'immagine della matematica che ne evidenzi la forte valenza culturale, il processo evolutivo tipico di una disciplina viva, la creatività e la fantasia ... insomma, siamo ancora molto, molto lontani dal guardare alla matematica come a una disciplina dal volto umano, che richiede modalità di lavoro più simili a quelle richieste nelle produzioni artistiche che non nelle catene di montaggio.

Per fornire ulteriori spunti a questa riflessione, proponiamo due spezzoni di filmati che propongono due diverse immagini della matematica. Nel primo un'indimenticabile ed esilarante Massimo Troisi trova alcuni compiti in classe assegnati ai suoi studenti da un insegnante di matematica che sta "a pensione" dalla mamma di Troisi e al quale Troisi è solito portare i pasti. Nell'attesa che l'insegnante completi il pasto Troisi commenta un problema assegnato agli studenti. Il problema, completamente scollegato dalla realtà, nonostante parli di contadini, uova, soldi e mercato, è a nostro avviso paradigmatico dell'immagine distorta della matematica che un certo tipo di insegnamento rischia di diffondere: una disciplina astrusa, insensata, che non può dire alcunché sul mondo reale. Nel secondo video una commovente Julia Ormond, nella parte di Smilla, paragona la matematica agli spazi aperti e alla libertà della Groenlandia. Un'immagine completamente diversa, che richiama fantasia, libertà, creatività: quella che i matematici e (si spera) gli insegnanti di matematica vorrebbero diffondere, ma non riescono. Forse è il caso di modificare un po' l'insegnamento della matematica, che ne dite? Il nostro lavoro va proprio in questa direzione.

 

 

Da "Scusate il ritardo " di Massimo Troisi

 Da "Il senso di Smilla per la neve" di Billie August